Giovedì Santo/Eucaristia e Sacerdozio… il Pane, il Vino, il Servizio

Giovedì Santo/Eucaristia e Sacerdozio… il Pane, il Vino, il Servizio

da L’Ora del Salento

La Messa in Coena Domini/Come nel Cenacolo. L’inizio del Triduum Sacrum. 

Lavanda (1)

La Messain Coena Domini costitu­isce l’inizio del Triduum Sacrum, memoriale del Mistero Pasquale e centro dell’intero anno liturgico. In tale celebrazione, si commemo­ra l’Ultima Cena che Gesù visse con i suoi discepoli il Giovedì Santo e in cui istituì due grandi Sacramen­ti: l’Eucaristia e il Sacerdozio. L’Eucaristia è il mirabile Sacramento nel quale Cristo Signore è veramente presente nel Suo vero Corpo e nel Suo vero Sangue. Egli, infatti, dona ai Suoi Apostoli il Suo Corpo, immolato sull’altare della croce, e il Suo Sangue, versato come patto della nuova ed eterna Alleanza in remissione dei peccati. Pertanto, ogni volta che la Chiesa celebra l’Eucaristia commemora l’intero Mistero Pasquale, cioè il Mistero della no­stra salvezza, che si è attuato nella morte e risurrezione del Signore Gesù. Come il divin Maestro si è consegnato ai suoi discepoli, così si consegna alla morte; pertanto se è vero che Gesù è stato veramente ucciso da un’assurda condanna, è altrettanto vero che Egli ha accettato ed abbracciato questa morte infamante, consegnandosi Lui stesso alla croce. Il me­desimo Signore, nel famoso dialogo con Pilato, lo ricorda chiaramente: “Io sono re e se volessi, potrei chiamare una schiera di angeli che sarebbe pronta a liberarmi, ma il mio Regno non è di questo mondo”.

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Il Beato Papa Paolo VI si spinse persino a dire che Gesù conosceva in modo preciso, persino descrittivo, ogni momento della sua dolorosa passione, che abbracciò con amore di Figlio: “Padre, non sia fatta la mia, bensì la tua volontà”. Da qui, possia­mo concludere che Gesù si è consegnato volontariamente alla morte, e alla morte di croce, così come il Giovedì Santo si è consegnato volontariamente nel Sacramen­to ai Suoi Apostoli. Se l’Eucaristia è il Sacramento della con­segna da parte del Signore di tutta intera la Sua vita e costituisce, in tal modo, il vero ed unico Suo Sacrificio, il medesimo Gesù volle che tale Sacrificio si rinnovasse e perpetuasse nella Celebrazione del Sacra­mento: “Fate questo in memoria di me”. Pertanto, istituendo l’Eucaristia, il Signore istituisce contemporaneamente il Sacerdo­zio ministeriale, il cui compito fondamen­tale è quello di celebrare i divini misteri in favore del popolo santo di Dio. L’evangelista Giovanni, però, è l’unico che, narrando gli episodi del giovedì santo, non ricorda l’istituzione dell’Eucaristia, ma commemora un altro gesto straordinario del Signore: la lavanda dei piedi. È il gesto dell’umiltà e della carità più alta del Signore. Il Maestro lava i piedi al discepo­lo, il Signore bagna i piedi dello schiavo, Gesù bacia i piedi di Giuda. In tal modo, l’evangelista Giovanni coglie il cuore del messaggio del Signore, che si rispecchia nel comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Il gesto della lavanda indica la misura di questo amore: è sconfinato, senza limiti, così come dimostra quell’atto di servizio umile, generoso, gratuito.

Mauro Carlino

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